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Sentenza del Consiglio di Stato sulle antenne: un punto fermo per la tutela ambientale e culturale

  • Immagine del redattore: Gabriele De Luca
    Gabriele De Luca
  • 5 feb
  • Tempo di lettura: 2 min

Il Consiglio di Stato, con la sentenza del 29 maggio 2024 (Sez. VI), ha confermato un principio giurisprudenziale di fondamentale importanza in materia di localizzazione delle stazioni radio base. Nello specifico, ha ribadito che tali impianti, pur essendo riconosciuti come opere di pubblica utilità e assimilati alle opere di urbanizzazione primaria, non possono essere installati indiscriminatamente in qualsiasi sito del territorio comunale.


Il bilanciamento tra pubblica utilità e tutela ambientale


La decisione riforma la sentenza del T.A.R. Umbria (Sez. I, n. 30/2023) e chiarisce come la realizzazione delle infrastrutture di telecomunicazione debba tenere conto di rilevanti interessi pubblici, in particolare quelli legati alla tutela dei beni ambientali e culturali. A supporto di questa posizione, la sentenza richiama l'art. 86, comma 4, del decreto legislativo n. 259 del 2003 (Codice delle comunicazioni elettroniche), il quale fa espressamente salve le disposizioni a tutela del patrimonio ambientale e culturale (oggi artt. 43 e ss. del Codice).


Le implicazioni normative: il limite all'installazione indiscriminata


L'art. 43 del medesimo decreto stabilisce che un impianto di telecomunicazione può essere localizzato anche in zona protetta, ma solo a condizione che l'intervento rispetti le misure di protezione ambientale. Questo significa che la qualificazione di un'infrastruttura come opera di pubblica utilità non costituisce un'autorizzazione incondizionata all'installazione in qualsiasi area.


Un'opportunità per i regolamenti comunali sulle antenne


La sentenza n. 4810/2024 offre un'importante base giuridica per la realizzazione di piani e regolamenti comunali sulle antenne. Le amministrazioni locali, nel disciplinare la localizzazione delle stazioni radio base, potranno adottare strumenti normativi volti a garantire un equilibrio tra le esigenze della connettività e la protezione del territorio.

Lo studio tecnico legale dell'avv. Gabriele De Luca, con sede a Roma, evidenzia come questa pronuncia rappresenti un punto di riferimento per le amministrazioni e i cittadini interessati alla regolamentazione del settore. In particolare, la sentenza consente di delineare criteri chiari per la pianificazione territoriale delle infrastrutture di telecomunicazione, evitando il rischio di installazioni indiscriminate che potrebbero ledere il patrimonio ambientale e culturale delle comunità locali.


Prospettive applicative


La decisione del Consiglio di Stato riafferma la necessità di un attento bilanciamento tra lo sviluppo tecnologico e la tutela dell'ambiente e del patrimonio storico-culturale. Questa posizione offre un supporto giuridico concreto alle amministrazioni che intendono adottare regolamenti urbanistici e piani di localizzazione per le stazioni radio base, garantendo così un'installazione pianificata e sostenibile delle infrastrutture di telecomunicazione.

 
 
 

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